ANNO 14 n° 118
Giovedì web, Il ''trolling'' in rete
>>>> di Samuele Coco <<<<
30/10/2014 - 00:14

di Samuele Coco

VITERBO - Uno tra i tanti vantaggi di internet è quello di poter trovare con facilità quello che cerchiamo. Persino con ricerche complesse, grazie ai motori di ricerca, è possibile avere delle risposte utili da persone sparse ovunque sul globo. Molto spesso poi, per ottenere aiuto o per parlare con persone più esperte di uno specifico argomento, il Popolo della Rete si raduna in forum o community. E’ proprio in queste situazioni che si verifica più frequentemente il fenomeno del trolling.

Nel gergo di internet, un troll è una persona che interagisce con gli altri utenti tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l’obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi. L’origine del termine è molteplice: dalla creatura mitologica umanoide dell’Europa Settentrionale al significato del verbo inglese to troll, ovvero muovere un’esca in modo tale da spingere un pesce ad abboccare. Quello del trolling è un fenomeno che non sembra diminuire col tempo e le autorità stanno considerando l’ipotesi di inasprire le sanzioni verso queste pratiche legate al cyber bullismo.

In una recente intervista con la BBC, anche Tim Berners-Lee, il creatore del World Wide Web, ha puntato il dito contro quello che definisce il lato oscuro del Web, in contrapposizione a quel “lato meraviglioso” che permette alla mente umana di espandersi. Le sue parole sono arrivate puntuali dopo l’ennesimo episodio di trolling, questa volta addirittura a seguito del primo tweet di sua maestà la Regina Elisabetta II: nel giro di poco tempo,infatti, l’account Twitter della sovrana inglese è stato bersagliato da messaggi di forte critica, sbocciati nell’auspicio di un ritorno della decapitazione per i sovrani.

Secondo Tim Berners-Lee, il modo in cui il Web si è sviluppato è sconcertante. ''Penso sia colpa della natura umana: abbiamo sempre un lato meraviglioso e uno oscuro. Purtroppo il Web è ostaggio di chi vuole sfruttare quest’ultimo''. Quando ha creato il World Wide Web, Tim Berners-Lee aveva una diversa immagine della sua creatura: ''avevo la speranza di creare una rete che avrebbe fornito a tutti gli strumenti per comunicare, abbattendo le barriere nazionali e facilitando la comprensione globale''.

Le rilevazioni del Pew Research Center confermano i risultati poco incoraggianti: il 60% degli utenti è stato apostrofato o ha visto apostrofare altri utenti con nomi dispregiativi o con accuse razziste, omofobe o con minacce fisiche, stalking e persino molestie sessuali. Nonostante questi dati, Berners-Lee non ha perso la fiducia verso il futuro, grazie alla finalità principale che la rete offre, ovvero spingere le persone a comunicare e collaborare.

Non è facile definire un profilo preciso dei troll; secondo alcuni studi fatti in Canada, queste persone rispondo a principi che hanno a che fare con una natura sadica, psicopatica, ma soprattutto narcisista. Se per i legislatori inglesi il carcere è il giusto deterrente contro questa violenza verbale, il creatore del Web è invece scettico: che sia giusto o meno è difficile a dirsi, ma forse il vecchio detto ''don’t feed the troll'' resta il miglior antidoto per togliere divertimento e soddisfazione ai fomentatori di liti. Ovvero: ''Non ti curar di loro, ma guarda e passa''.





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